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Prototipo conservativo

    Il metodo descritto incorpora i concetti di “prototipo” e “conservativo” per guidare un programma di ricerca incentrato sulla mappatura del riflesso cognitivo, in particolare in relazione a percezioni significative, creando una sequenza temporale di azioni metaforiche su piani utopici.

    Questo approccio richiede una mappatura dettagliata dei processi coinvolti, con l’obiettivo di fornire contesti sia generali che specifici durante la raccolta, l’analisi e la presentazione dei dati. Allo stesso tempo, si esplora l’idea di nuclei centrali che si trovano sullo stesso piano spaziale e la loro complementarietà. Il metodo è progettato per definire un prototipo conservativo e cerca di esplorare i limiti dell’analisi dell’identità, tenendo conto delle aspettative del contesto.

    La mappatura, che precede la definizione del prototipo conservativo, richiede l’uso di strumenti da definire che interagiscono attivamente e passivamente con il mondo, influenzando sia l’acquisizione della conoscenza che la percezione di sé. Questi strumenti permettono di ricevere feedback dal mondo e di comprendere come vengano utilizzati, influenzando così il proprio agire e la percezione di sé.

    Il prototipo T-0 coinvolge una rappresentazione iconica modellata basata sul tema del “ritratto a mezzo busto” per rappresentare sia i soggetti umani che le simbologie emergenti nel processo di ricerca. Questa rappresentazione cerca di visualizzare le connessioni emblematiche generate dalle diverse disposizioni dei nuclei cardinali e il modo in cui queste simbologie influenzano il modello rispetto alle aspettative dell’opinione pubblica.

    Il sistema dei prototipi si basa su tratti antropomorfi dei nuclei aggreganti e trae dati strutturati dai pattern ASCII delle immagini di origine. La “persōna” emerge da parametri specifici e rappresenta l’unità fondamentale percepita, che può variare nel tempo a seconda delle relazioni in evoluzione.

    Il metodo di confronto dei prototipi cerca correlazioni tra di essi, cercando polarità che diventano i nuclei cardinali sulla mappa. Tuttavia, la posizione precisa di future caratteristiche e la loro convenzionalità sono teoricamente imprevedibili.

    La macchina ACP è uno strumento per rilevare prototipi conservativi, ritenuto il più antico conosciuto, e viene utilizzata per identificare nuclei cardinali instabili. Tuttavia, un prototipo che si stabilizza su nuclei cardinali incontrovertibili può entrare in un loop continuo e auto-referente.

    In conclusione, il metodo cerca di esplorare la complessità delle relazioni cognitive attraverso una mappatura dettagliata e l’analisi dei prototipi conservativi, ma riconosce anche l’importanza delle traiettorie casuali e dell’esperienza individuale nel processo di definizione dell’identità e della conoscenza.

    Il nome del metodo include “prototipo” e “conservativo” per delimitare il contesto del programma di ricerca: una mappatura ideata per rendere l’apprendimento del riflesso cognitivo, in particolare su percezioni significative, realizzando uno sviluppo temporale o sequenziale di azioni metaforiche su piani utopici.

    L’inclusione della messa a punto di una “mappatura” è necessaria per evidenziare i processi enucleati in questo metodo. I processi mappati, mirano a fornire dettagli contestuali sia generali che puntuali durante la raccolta, l’analisi e l’esposizione avviene poi per il tramite di una modellizzazione dei dati. Contestualmente viene affrontata la prospettiva specifica della complementarietà dei nuclei cardine (o nodi cardinali), nuclei spazialmente complanari. Il metodo, funzionale alla definizione di un prototipo conservativo, esplora i limiti della dell’analisi del contenuto identitario che rifluisce nell’aspettativa del contesto. Un modello di risposta all’orizzonte di una doxa indistinta, parcellizzata.

    La mappatura, propedeutica alla definizione del prototipo conservativo, necessita di strumenti da definire di volta in volta. L’uso di tali strumenti definisce la ricerca e l’acquisizione di una conoscenza del mondo e al contempo un riconoscimento di sé nel proprio agire. Si tratta quindi di strumenti necessari, artefatti innescati dal corpo e che, insieme ad esso, interagiscono con il mondo in modo attivo, stimolando, provocando, e in modo passivo, ricevendo dal contesto reazioni di risposta. Proiettati fuori dal corpo, gli interventi conoscitivi, attivano una relazione con il mondo ma anche con sé stessi. Come avviene nel riflesso dello specchio, tali strumenti permettono di ricevere nel contempo, oltre alle risposte del mondo, anche nozioni sull’utilizzo che di tali strumenti si sta facendo e così del proprio agire e quindi di sé.

    Definizioni

    Un “prototipo conservativo” è un concetto o un modello che rappresenta un punto di riferimento stabile, spesso nel contesto di una ricerca o di uno studio, e che viene utilizzato come base per valutare le variazioni, le deviazioni o le innovazioni. In altre parole, è un prototipo o un modello che serve come standard o punto di partenza per confrontare e valutare altri prototipi o varianti. Il termine “conservativo” suggerisce che questo prototipo rappresenta un elemento stabile o tradizionale che viene mantenuto come riferimento nella valutazione di nuove idee o soluzioni.


    Le “connessioni emblematiche” sono relazioni o collegamenti simbolici tra elementi, concetti o simboli che portano significati specifici o emblematici all’interno di un contesto o di una rappresentazione. Queste connessioni sono spesso utilizzate per trasmettere messaggi complessi o per evocare emozioni specifiche attraverso l’uso di simboli, immagini o concetti che sono universalmente riconosciuti o hanno significati convenzionali in un dato contesto culturale o sociale. In sostanza, le connessioni emblematiche servono a enfatizzare o arricchire il significato di ciò che rappresentano, contribuendo a comunicare in modo più profondo ed efficace.

    I “nuclei cardinali” sono elementi chiave o concetti centrali che emergono da un prototipo conservativo e vengono utilizzati per definire i punti focali o le componenti principali di una mappa o di una rappresentazione visuale. Questi nuclei rappresentano le caratteristiche essenziali o le informazioni di base che sono significative nell’ambito del prototipo conservativo e sono spesso utilizzati per fornire una struttura chiara e organizzata alla mappa.

    Per ricavare i nuclei cardinali da un prototipo conservativo, si segue un processo di analisi e identificazione delle caratteristiche più rilevanti e centrali del prototipo stesso. Queste caratteristiche possono emergere attraverso l’osservazione, l’analisi delle relazioni tra elementi o l’identificazione di pattern ricorrenti all’interno del prototipo. Una volta individuati questi nuclei, vengono isolati e identificati come i punti focali o centrali della mappa.

    Successivamente, questi nuclei cardinali vengono utilizzati per generare una mappa. Ogni nucleo cardinale diventa un punto di partenza per la costruzione della mappa, e le connessioni o le relazioni tra i nuclei vengono visualizzate o rappresentate graficamente sulla mappa stessa. Questa mappa risultante può essere utilizzata per comunicare in modo chiaro e conciso le relazioni e le informazioni relative al prototipo conservativo, consentendo una migliore comprensione e analisi dei concetti o dei dati coinvolti.

    Prototype T-0

    La restituzione dei dati avviene attraverso una mappatura iconica modellizzata. Una rappresentazione che trae l’impostazione dal “ritratto a mezzo busto”, tema che ricorre nella storia dell’arte e che esprime l’intento di rappresentare un soggetto umano, il suo carattere, la sua psicologia.

    La restituzione visiva delle connessioni emblematiche, generate dalle molteplici disposizioni dei nuclei cardinali, vuole rappresentare l’uso di pratiche condivise dalle comunità, coinvolte a vario titolo nel processo, e il modo in cui le simbologie emergenti svolgono funzioni impreviste sul modello restituito rispetto alle aspettative dell’orizzonte delle opinioni.
    Attraverso l’analisi tipica della struttura si individuano le cause degli scostamenti della soggettività dall’orizzonte delle opinioni e se ne rilevano i nuclei cardinali. Seguendo l’approccio della mappatura iconica del ritratto si definisce il prototipo per il quale si tenta l’individuazione di possibili interventi conservativi. Adottando la modularità dei nuclei cardinali si analizzano le connessioni prodotte da siti specifici dell’evento di risposta all’influenza generata dall’orizzonte della pubblica opinione, se ne verifica l’intercambiabilità o l’univocità.

    Prototype system

    La mappatura si svolge lungo i tratti antropomorfi dei nuclei aggreganti, dinamici, che ancorano progressivamente formazioni di caratteri semistabili, privi di una posizione spaziale ricorrente e prevedibile. Caratteri che emergono per assonanza, percepiti e interpretati, esposti in forma paradigmatica. Le traiettorie, sufficientemente vicine ad una coerenza rappresentativa, sono centrali per la raccolta e restituzione in forma iconica dei dati oggetto dello studio.

    I dati strutturati in pattern sono ricavati dalla conversione ASCII delle immagini sorgente che, attraverso un processo di ricerca di posizionamento, sono stati implementati nello spazio raster.

    Così la “persōna“, per astrazione singolarità individuale, emerge da parametri specifici, ricostruisce l’unità fondamentale percepita che, nel significato identitario, si auto-contiene. Percepita come statica, sempre uguale a sé stessa, l’identità è però il frutto di una serie di relazioni che, nel loro continuo interagire, ne sostanziano la consapevolezza e ne modellano, di volta in volta, i confini.

    Come si evince dal pensiero di Charles Sanders Peirce, l’aver luogo del soggetto ha le sue origini nell’abito di risposta – cioè quell’abito comune a tutti, quell’assonanza, quella corrispondenza nelle mentalità comuni che arriva da molto lontano e che rispecchia pienamente una realtà condivisa, frutto della somma di tutte quelle credenze personali che seppur considerate singolarmente, visioni personali o pregiudizi contribuiscono, nel complesso di tutte le visioni, alla costruzione di quell’abito comune di tutti, e quindi in cammino con la verità. Il soggetto ha i suoi confini là dove produce effetti.

    La conoscenza è un costante rapporto esperienziale con il mondo. Una relazione diretta e continua con la realtà e non una costruzione di forme mentali fantasmatiche, ideali modelli di conoscenza. Si tratta di una relazione tra soggetto e oggetto conosciuto. Questo comporta che l’essere non va considerato come ente iconico, fisso e immutabile rispetto al quale la mente ricerca rapporti e connessioni. Il nesso tra essere e mente è la ragione stessa della loro esistenza, la relazione fenomenica tra di loro, sempre in costante divenire, li realizza entrambi.

    La rappresentazione visiva del carattere di una “persōna” è intesa come ricerca consapevole della fluidità permanente ma disponibile al tentativo di comporre un prototipo conservativo. Infine i gruppi di prototipi vengono confrontati in un “set” o un “repertorio”. Il metodo di confronto è un metodo per la risoluzione dei collegamenti percettivi, questi sviluppano trame e circuiti di sistemi di relazioni tra prototipi. Il metodo ricerca correlazioni consistenti e sopravvenienti, ricavate dalla disamina di una o più incognite, per es. la caratteristica x, in funzione dell’altra, e poi nel confrontare le espressività così trovate per ottenere polarità che, nella mappa, sono i nuclei cardinali.

    Lo stato iniziale del sistema, rappresentato, può essere descritto come un tentativo di prevedere, con ragionevole approssimazione, il comportamento generale e l’entità delle correnti opinioni, in particolare quelle rilevanti e di riferimento, all’interno del narrato di risposta, come ad esempio un personale immaginario restituito dal personaggio. La natura carsica delle influenze ideologiche si esprime, emerge, attraverso una turbolenza del carattere restituito, tuttavia, le correnti non sempre univoche, appaiano di volta in volta casualmente significanti all’interno del prototipo conservativo. La posizione esatta di qualsiasi futura caratteristica, la sua coerenza più o meno convenzionale, è teoricamente imprevedibile in un tale modello.

    Macchina ACP

    La macchina ACP (Additional conservative prototype), nota anche come meccanismo di Fulcanelli, è un congegno per rilevare prototipi originariamente datato tra il 1897 e il 1910, mentre uno studio pubblicato nel 2022 ritiene che la calibrazione iniziale sia del 1 dicembre 1902. È ritenuto il più antico rilevatore di prototipi conservativi conosciuto. 

    Output

    I prototipi possono diventare ancora più esposti ai condizionamenti del sistema di riferimento nel caso di nuclei cardinali instabili. Di contro però un prototipo che si stabilizzi su nuclei cardinali incontrovertibili, quindi impossibilitati ad una modellazione che preveda un’evoluzione, agirebbe in una condizione di loop continuo e auto referente, un feedback positivo. I margini liminali, i confini di scarto casuali, randomici, sono i soli che possono coinvolgere il prototipo conservativo verso una dimensione esperienziale non comune.

    In questi casi, l’azione di un evento non prevedibile, si traduce in una serie di traiettorie semi-casuali verso il sistema di nuclei cardinali che aggiungono tratti salienti di complessità pressoché infinita. Una mappatura, anche di una semplice porzione relazionale contenente una dimensione stocastica, può dare origine a modelli congrui e fecondi. Tali modelli, quando mappati in z, esprimono emblematici tratti salienti attraverso una varietà di prototipi conservativi.

    Va quindi concepito un sistema che tenga conto dell’efficacia dei prototipi conservativi, elabori le indicazioni ritenute significative sui principali progetti motivazionali trasformandole in azioni applicate. Un seguito generativo al progetto.

    Il tentativo di affrontare alcuni tratti, rispondenti ad un effetto di sorpresa e percepiti come fondamentali, è sicuramente apprezzabile, ma bisogna evitare di ricercare forzatamente un’aspettativa rispetto ad alcuni temi desiderati. Questi temi risulterebbero instabili, diventando totalmente marginali.

    Prototype 130311

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    For a theory of selective prototype preservation

    Consider automatic prototype preservation as closely involved with the need to fix an origin. Explicit its function in matrices that preserve memory classes.

    In the only possibility we have of making sense of living [∞ – ∞], through the expression of that sense so necessary, we prospectively arrange ourselves in a narrative. Thus, this perceived living unity necessarily reveals itself temporally. Inescapable constraint, time, reveals itself as the only tool to unravel the representation of the world and us. Yet time eludes any attempt at definitive narration.

    In the cultural humus of the reborn isomorphism, and in front of a feeling of growing parcelling out of experience, of an overabundance of points of view, of interpretative keys, in an intellectual climate dominated by the complementary doctrines of syncretism and polymorphism, the automatic preservation of prototypes offers itself as a possible solution.

    Members of the research team: Jospeh Conti, Quirino Fulcanelli, Ubu Roi

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