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E sopra, e sotto

    Indicazioni sommarie e volatili

    La composizione contiene un’espressione performativa nell’enunciato:

    «dna above dna below» letto anche come «and above and below»,

    e che manifesta una volontà di affermare, ma anche di impegnare così come di invitare a valutare il dichiarato.

    Il componimento, orientato in due posizioni reciprocamente affrontate e così riflesse, si sottopone a uno sviluppo dissolutivo tramite filari di intonazioni interrogative, esclamative e sospensive che si sviluppano verticalmente. Le colonne di interpunzioni, sorgono dai punti terminali delle lettere della frase, precisamente dove avviene il cambio angolare di direzione dei segmenti che ne definiscono le forme.

    L’intenzione è quella di operare sul testo del componimento, trattandolo come un esoscheletro del significato, per coglierne: e sopra, e sotto <=> dna sopra, dna sotto.

    La tensione dei vocaboli si concentra sul periodo anteposto alla sua interpretazione. Il grafo, primo elemento compositivo, affronta l’interazione tra pratica condivisa, luogo, interpunzione e/o interramento, mentre il segno assorbe l’immagine.

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    Le dichiarazioni di un agito, intermittenti e contraddittorie, si propagano sopra e sotto la frase. La loro funzione è di scaricare le tensioni potenziali del significato abbandonando l’oggetto grafico.

    L’immagine concorre alla testimonianza restituendo gli elementi del contenuto organico – vegetale, del contenitore in polietilene che, a sua volta, è contenuto in un ambiente organico – vegetale.

    Con la composizione “e sopra, e sotto” si vuole provare a definire un sistema autonomo di relazioni, reazioni e dipendenze interne alla stessa.

    Elementi esogeni

    • terrazzo
    • tavolo in legno
    • pali in legno trattati in autoclave
    • canne di copertura in bambù
    • piante rampicanti in vaso
    • tramonto
    • fotografo
    • fotocamera digitale
    • residui di potatura di portulaca (Portulaca oleracea L.)
    • buste di polietilene

    Elementi endogeni

    • foto digitale P1200160 – 5120 px x 2880 px – 42,2 MB
    • elaborazione software – Adobe Photoshop
    • frase «dna above dna below»
    • interpunzioni: ..?.. – ..?.. e ..!.. =..!..

    Si distingue in principio la figura, offerta all’interpretazione e apparentemente sprovvista di contenuto. 

    Disposti sulla trama della figurazione si allineano i semi, grafi, espressioni articolate in attesa di significato.

    Attraverso l’applicazione dell’esoscheletro, della pratica tattica propria di un discorso biplanare che viene inteso come espressione e contenuto, trovo nelle direzioni tracciate dai singoli caratteri, e poi dall’intera frase, la proposizione di forma che la struttura del tempo dipana e rende evidente, la presunta sostanza che restituisce il contenuto.

    Si affrontano due ordini di rapporti: i codici grafici o “formali”, quindi sequenze di segni in relazione con altri segni, e “materici”, propri del codice e dei segni con le forme composte e restituite dall’immagine.

    I tratti valutati nella classificazione sono i seguenti: a) globalità; b) articolatezza; c) infinitezza del numero dei segni; d) presenza di sinonimie; e) sinonimie non calcolabili a causa della creatività.

    Struttura vegetale recisa e posizionata all’interno dei contenitori di poliestere, dispersione e esaurimento delle sostanze vitali, degrada con un processo di autolisi. Le cellule vegetali dei rami tagliati vengono dissolte dall’azione dei propri enzimi.

    Gocce di vapore acqueo, rilasciate dalle foglie e dai rami recisi, si dispongono lungo la parete interna del contenitore plastico. Vengono rilasciati anche gas che possono presentare nella loro composizione una rilevante percentuale di metano, magnesio e potassio.

    Percorsi

    Seguono variazioni della composizione:

    de-saturazione

    contrasto e/o contrario

    negativo e/o negato

    in nero ovvero #000000

    in bianco ovvero #FFFFFF

    Significante in decadimento? In evoluzione? In mutamento?

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    Riflessioni metodologiche

    Si può studiare la composizione e descriverla attraverso forme pure? Si possono definire dei piani di senso distinti e autonomi ancorché comunicanti? Si può dire qualcosa della struttura? Se ne può dedurre un sistema esclusivo di valori?

    Non ne sono convinto.

    La composizione se anche avesse un sistema autonomo di dipendenze interne, cioè una struttura, questa si presenterebbe diversa per ogni osservatore o quantomeno inverificabile nella sua presunta identicità. Una esperienza che potremmo pensare come una sostanza magmatica e morfologicamente adattabile.

    C’è poi un piano di condivisione sociale dove le forme, seppur chiare, del narrato personale si riformulano e si assestano grazie a atti comunicativi condivisi, propri di una esperienza di gruppo.

    La composizione forse va intesa come una pratica suggerita con sistemi di “semina” di immagini, segni, verbali e non verbali.

    Una delle possibili manifestazioni che il senso del significato nell’attimo scelto, così stigmatizzato, possa avere la capacità di restituire segni e simboli.

    Qual è la struttura formale della composizione? Essa si serve di strumenti convenzionali, popolari. Il riferimento è al contesto europeo, urbano, economicamente sviluppato.

    Dichiara singoli messaggi, si serve di supporti grafico-digitali, si riferisce a fonti culturali e ne propone aspetti scelti a supporto del significato che si intende esplorare.

    L’articolazione della composizione e quindi i rapporti di relazione che si instaurano tra i vari piani di senso che sono presenti vogliono intendersi come uno sguardo che ricerca un rispecchiamento.

    Auspica una riflessione che risvegli nell’osservatore il bisogno di affinare un’abilità, la capacità di far evolvere il sistema relazionale, per riconoscersi nella complessità dello stesso.

    Il percorso di lettura della composizione può essere induttivo, come ad esempio nel focalizzare un particolare emblematico, coinvolgente, evocativo si avverte l’esigenza di costruire un proprio sistema di senso dell’intero. Può anche essere pensato un approccio deduttivo nel quale, ad esempio, dall’analisi dell’operazione nel suo complesso si approfondisce il sistema di particolari, di singoli elementi che concorrono al senso generale specificandone le valenze e così facendo gli equilibri che regolano il sistema stesso.

    Della composizione: forma e sostanza

    La forma della composizione può essere rilevata nei rapporti di proporzione, di posizionamento e inquadratura. In una parola nei codici espressivi che si sono scelti naturalmente, codici originati dal sistema culturale di riferimento (organizzazione dei significanti attraverso stilemi ereditati).

    La rilevazione può avvenire anche attraverso il sistema morfologico (insieme regole di relazione tra i vai componenti restituiti dall’immagine) che genera la struttura delle riflessioni.

    La sostanza della composizione può essere: nella naturale significazione che evoca; in evidenza nella colorazione e nelle variazioni che sono apportate alla composizione in funzione di una dilatazione della sua possibilità di evocare; in un gioco di varianti come nella saturazione, nei contrasti, nel bianco, nel nero.

    I polimeri (dal greco poli-meros, molte-parti) sono macromolecole ad elevato peso molecolare costituite da molte molecole elementari, chiamate monomeri, unite insieme con legame covalente per formare lunghe catene che possono essere lineari, ramificate o reticolate. In base alla loro origine i polimeri possono essere classificati in naturali, artificiali e sintetici.

    I polimeri sono ubiqui pur se generati da condizioni diverse. Ogni elemento contenuto nell’immagine detiene il suo. Polimeri naturali nella cellula vegetale dotate di un proprio DNA. Polimeri sintetici, ottenuti per sintesi chimica, nelle buste di polietilene.

    Simmetricamente le lettere così come la punteggiatura sono catene di simboli che si sviluppano linearmente ma anche ramificandosi per trame.