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La signora Maria 1

    Se ogni testimone si facesse carico della propria testimonianza?

    Installazione segnaletica turistica

    Affissione di pannelli esplicativi, simili a quelli destinati ai turisti, in cui, invece di fornire spiegazioni su monumenti e opere d’arte, si raccontano vicende legate piuttosto alla marginalità urbana. Questi pannelli sono stati affissi nei pressi di piazza Cavour, a Roma.

    Mrs Maria

    What if each witness took responsibility for his or her own testimony?

    Installation of tourist signs

    Affixing of explanatory panels, similar to those intended for tourists, in which, instead of providing explanations about monuments and works of art, stories related rather to urban marginality are told. These panels were put up near Piazza Cavour in Rome.

    Photographs and informative captions were inserted concerning a structure made of wooden platforms nailed together, placed in a street in the area. The text included in the panels, as a ‘historical chronicle’, describes the genesis of this strange catafalque, which appears to have been erected in the very space where an elderly homeless woman used to shelter.

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    La signora Maria 1: il manufatto
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    La signora Maria 1: il manufatto

    La testimonianza di Maria, con Alessandro Capriotti

    Le considerazioni della signora Maria raccolte con l’aiuto di Alessandro Capriotti

    Allora facciamo tutti noi ciò che è giusto, tendere con tutte le nostre forze verso l’irraggiungibile

    Ludwig van Beethoven

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    La signora Maria 1: il manufatto
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    La signora Maria 1: il manufatto

    Sono state inserite foto e didascalie informative riguardanti una struttura composta da pedane di legno inchiodate fra loro, posta in una strada della zona. Nel testo inserito nei pannelli, come “cronaca storica”, viene descritta la genesi di questo strano catafalco, che risulta essere stato eretto proprio nello spazio in cui era solita ripararsi una anziana donna senza tetto:

    “EMBLEMA ROMANO”

    A.D. MCMXCV

    SCHEDA STORICA

    “Un’anziana signora senza fissa dimora aveva designato come suo territorio lo spazio compreso tra marciapiede e portone di un palazzo di via Vittorio Colonna, a Roma, due passi da piazza Cavour e dal lungotevere. Il basamento della colonna esterna al portone crea un angolo retto con la parete del palazzo, sulla quale in quel punto si aprono due finestre a grata da cui fuoriesce aria calda.

    La donna aveva creato un habitat di stracci, coperte e vecchi teli impermeabili uno dei quali, poggiato su alcuni cartoni da imballaggio sistemati in verticale, fungeva da copertura e tetto in caso di pioggia. Stava seduta, spalle alla grata e gambe distese; fissando il traffico, teneva le gambe e il corpo avvolti e quasi fasciati da cellofan e pezzi di plaid. Non cercava apparentemente alcun contatto con il mondo esterno. La mattina presto la si vedeva intenta a sistemare teli e cartoni, o a far asciugare e intiepidire le coperte tenendole distese, a braccia larghe, davanti alla grata dell’aria calda. Tutto questo durava ininterrottamente dall’ottobre scorso.

    Con i torrenziali temporali di fine febbraio aveva cercato, provvisoriamente, un riparo migliore altrove. Finita la pioggia, calato il forte vento, la donna è tornata, dopo tre o quattro giorni. E in quello stesso punto, proprio davanti alle grate dell’aria calda, ha trovato cinque pedane da imballaggio e trasporto. In legno chiaro, marcate “EUR” da una parte e “CBS” dall’altra, erano poggiate a “V” una sull’altra e collegate tra loro da alcune assi chiodate, formando così un’unica struttura solida lunga quasi tre metri e alta circa un metro e mezzo. La donna ha fatto dei tentativi per risistemarsi, cercando anche di utilizzare in qualche modo le assi e le pedane; ma i suoi pacchi e i suoi teli, ora, erano troppo lontani dall’aria calda. E se ne è andata.”

    ROMA & AMOR

    ROMAN EMBLEM – HISTORICAL CARD

    “An elderly homeless woman had designated as her territory the space between the pavement and the main door of a building in Via Vittorio Colonna in Rome, a stone’s throw from Piazza Cavour and the Tiber embankment. The base of the column outside the main door creates a right angle with the wall of the building, onto which two lattice windows open at that point, from which hot air escapes.

    The woman had created a habitat out of rags, blankets and old waterproof sheets, one of which, resting on some vertically arranged cardboard boxes, acted as a cover and roof in case of rain. She sat with her back to the grid and her legs stretched out; staring at the traffic, she kept her legs and body wrapped and almost wrapped in cellophane and pieces of plaid. She apparently sought no contact with the outside world. Early in the morning she could be seen arranging tarpaulins and cartons, or drying and warming blankets by stretching them out in front of the hot-air vent with her arms wide apart. This has been going on continuously since last October.

    With the torrential storms at the end of February, he had temporarily sought better shelter elsewhere. When the rain stopped and the strong wind died down, the woman returned after three or four days. And in that same spot, right in front of the hot-air grilles, she found five packing and transport pallets. Made of light-coloured wood, marked “EUR” on one side and “CBS” on the other, they were laid in a “V” shape one on top of the other and connected to each other by some nailed boards, thus forming a single solid structure almost three metres long and about one and a half metres high. The woman made attempts to rearrange herself, even trying to make some use of the planks and platforms; but her packs and sheets were now too far from the hot air. And she left.”

    La signora Maria, dopo il forte temporale, tenta di sistemarsi vicino alla grata delle cucine del ristorante ora nascosta dietro il manufatto.

    L’installazione dei due pannelli “narranti” ha visto il sostegno e l’aiuto di Marco Evangelista. I pannelli sono stati fissati con delle piccole catene chiuse con dei lucchetti.

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    La signora Maria 1: segnaletica turistica
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    La signora Maria 1: Installazione segnaletica turistica
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    La signora Maria 1: Installazione segnaletica turistica

    Installazione segnaletica turistica – Giuseppe Polegri (1995).

    Ne 1995 veniva pubblicato all’interno del Bollettino di DisordinAzioni, resoconto cartaceo di alcune Disordinazioni raccolte da Giuliano Lombardo in tutta Italia.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Disordinazioni

    Installazione segnaletica turistica – Giuseppe Polegri (1995).

    Scrive De Falchi: “Si tratta anche in questo caso di una disordinazione segnaletica, tranne che qui il contenuto della segnaletica è vero, anche se l’informazione su una realtà marginale contrasta con la forma ufficiale dell’indicazione turistica. Ma da questa operazione risulta chiaramente che il contrasto non è formale e il carattere disordinante della segnaletica è il risultato del contrasto reale fra l’apparenza dell’installazione che viene “decodificata” e la sua motivazione e funzionalità.

    “L’intento è di alimentare il dubbio che si può situare nella ‘lettura’ della città, nei suoi aspetti formalizzati, laddove una cronaca didascalica e analitica funge da rivelatore del criterio di ‘creazione’ del monumento. Prendendo spunto dai pannelli che il Comune di Roma aveva posto su diversi monumenti a scopo esplicativo, l’idea è quella di porre un ‘analogo’ pannello in prossimità della struttura che assurge a monumento. Il pannello recherà un’immagine della struttura e una breve cronaca dei fatti che hanno portato alla sua ‘creazione’.

    Nell’analisi dei vari fattori che incidono in modo particolare sulle opportunità di sopravvivere in contesti di emarginazione, è chiamato in causa anche il deficit infrastrutturale. Secondo una ricerca, nelle aree urbane, soprattutto le donne senza fissa dimora, impiegano la maggior parte delle ore del giorno nel reperimento del sostentamento alimentare nonché di un riparo dalle violenze della strada.


    Signora Maria

    Brano inspirato alla signora Maria, autore Ben Presto, eseguito con i Larsen Lombriki

    Ben Presto: Basso, cut up, campioni, chitarra, Armonica, oggetti.

    Larsen Lombriki

    Gruppo musicale italiano che mescola new wave, improvvisazione e avant rock. Il gruppo è originario di Roma.

    Lo stile

    Se è vero che nei loro dischi i Larsen Lombriki attraversano spesso i generi utilizzandoli a loro piacimento, ed istillando così un diffuso senso di disorganicità nella creazione di climi differenti, è anche vero che sono rintracciabili nel loro suono alcune caratteristiche che nel tempo danno organicità alle loro opere; si rintracciano così un certo gusto per arrangiamenti semplici, composizioni ludiche e giocose, strumenti e registrazioni a bassa fedeltà, creando così una stratificazione di strumenti, suoni e sonorità di varia natura.