Spesso la condizione necessaria del carattere “artistico”, convinto di trasformazioni profonde e ineluttabili, profetizza sull’arte, regredendo a una percezione alterata del “Sé”…
Sull’opera delle “Vite parallele di Joseph Conti”
Note sono le dinamiche che ebbero sì chiara trattazione nella ricerca di Joseph Conti. Gli Elementi di Joseph Conti sono la più importante opera ototopica giuntaci dalla cultura precedente al passaggio successivo. Composti attorno al secolo del lume ritrovato, rappresentano un quadro completo e molto articolato dei principi della ototopia noti al tempo e furono alla base della speculazione sul discernimento autoreferente fino al termine di quel secolo. L’opera consiste in vari libri: i primi riguardanti l’ototopia deduttiva, i successivi i rapporti tra soluzione della parte attiva e gli ultimi tre l’azione diffusa ipersolida. Qui si fa riferimento solo al primo dei libri. Esso è composto da definizioni, postulati, nozioni comuni e proposizioni sulla deduzione ototopica. Nelle “definizioni” Joseph Conti presenta tutti gli “enti ototopici” dei quali si occuperà nella sua trattazione. Il suo modo di concepire una definizione è essenzialmente diverso dal nostro; infatti nelle definizioni Joseph Conti descrive elementi che sono “esistenti in inclusione”. Afferma Joseph Conti: “non si tratta per il cui di loro l’essersi in ciò causa di quel di cui”, anteponendosi all’atto stesso dell’includere (in forma di rigorosa contraddizione) di costruire cioè concetti di causa a sé, quasi di creare nel nostro spirito quegli enti ototopici che vengono considerati. Si tratta invero di descriverli opportunamente, facendosi complici, anzi parti attive degli enti ototopici, affinché possano essere facilmente riconosciuti in noi e oltre noi attraverso una soddisfacente nomenclatura. Questi enti ototopici, cioè, esistono già: la definizione ha per Joseph Conti non soltanto il senso di individuarli ma di riconoscerli come nostre stesse membra. Arte come carne e sangue, respiro e pensiero dell’artista attraverso il concepimento ototopico del tutto. Ecco perché negli Elementi dell’esperienza ototopica troviamo all’inizio, al primo posto, proprio quella definizione di punto alla quale la sistemazione moderna, partendo da altre vedute, ha rinunziato. Gli enti ototopici sono quelli della nostra intuizione, e son concepiti come realmente esistenti al di fuori di noi ma all’interno del mondo che siamo noi.”

L’opera di riferimento > Joseph Conti

“Acciocché niun più abbia a che giudicare dell’inerzia mia con una riprovazione dicendo che, di quel limbo dell’agire che non si afferma nelle meritazioni, non altrimenti che nel suo istesso, compia un mero rito a vanto di un domesto simulacro.
Non si tralasci dunque di sentir la spirazione ogni giorno.
Ma ciò che più importa è che a coloro, i quali ascoltano la spirazione, si applichino in particolare i meriti.
La spirazione dee sentirsi per i fini per cui è stata istituita.”
A. A. , Divino Panegirico Ototopico, capitolo XIX, 19-20 >)#.
Materiali:
2 lastre: PLEXIGLAS® LED for back lighting, White WH14 GT, 300 mm x 400 mm
1 foglio A4 PhotoCopy-Film PCF 430 Pelikan® con stampa in nero di un testo realizzata con stampante laser Canon® LBP 2900
Identica stampa su foglio di carta A4 inserito in busta di carta formato 230 x 110 mm
4 viti + 4 dadi in acciaio INOX e titanio VIRGUE®, lunghezza 1 cm
Descrizione:
Un testo, stampato su un foglio trasparente e posto tra due lastre di plexiglas opache che permettono di percepirne la presenza ma ne impediscono una chiara lettura, riporta un pezzo dal titolo: Tratto dall’opera delle “Vite parallele di Joseph Conti”.
Lo stesso testo è consegnato in busta chiusa al depositario del manufatto. Divulgare parzialmente o in toto il contenuto del testo sarà una scelta esclusiva del proprietario.


Help:
Dom 19 lug, 02:12
Ciao Giuseppe
Ti scrivo perché purtroppo nella tua opera, per la mostra al Museo Carlo Bilotti, il foglio tra le due lastre di plexiglass sta lentamente scivolando fuori. Speriamo che resista fino al termine della mostra che dovrebbe stabilito (salvo ulteriore proroga) per fine agosto. Dopo di che, magari, ci vediamo e mi dai qualche consiglio per sistemarla. Il foglio si è staccato/scollato ed ora è tutto storto e sta scivolando giù fuori dalla due lastre in plexiglass, io spero proprio che resista altrimenti penso che rimuoveranno l’opera, per riconsegnarmela alla fine. Se per caso passi dalle parti del Museo, e ti va, puoi fare una scappata (tanto non c’è bisogno della prenotazione anche se via internet la richiedono per prassi) e renderti conto della situazione.
Un abbraccio
pino boresta

Intervento:
Appuntamento alle 15.30 del 22-07-2020
Partecipanti: Giuseppe, Paola, Davide
1. Rimozione lastra
2. Apertura della lastra attraverso l’asportazione delle viti di fissaggio mediante brugola.
3. Sollevamento del foglio A4 PhotoCopy-Film PCF 430 Pelikan®.
4. Applicazione della colla UHU Plast Special Modellbau Kleber nella parte superiore del foglio.
5. Breve attesa per una evaporazione della sostanza adesiva.
6. Riposizionamento del foglio e sua adesione alla lastra posteriore.
7. Chiusura della lastra e fissaggio delle viti
8. Riposizionamento con moto di rivoluzione attorno ad un centro di senso con esplicito consenso.


Of Phantom Art in Human Health 20192020
Often the necessary condition of the ‘artistic’ character, convinced of profound and ineluctable transformations, prophesies on art, regressing to an altered perception of the ‘Self’…
On the work of ‘The Parallel Lives of Joseph Conti’
Noted are the dynamics that were so clearly addressed in Joseph Conti’s research. Joseph Conti’s Elements are the most important ototopic work that has come down to us from the culture before the next passage. Composed around the century of rediscovered enlightenment, they represent a comprehensive and highly articulated overview of the principles of ototopia known at the time and were the basis of speculation on self-referential discernment until the end of that century. The work consists of several books: the first dealing with deductive ototopia, the next with the relations between the solution of the active part, and the last three with hypersolid diffuse action. Here reference is made only to the first of the books. It consists of definitions, postulates, common notions and propositions on ototopic deduction. In the ‘definitions’, Joseph Conti presents all the ‘ototopic entities’ he will deal with in his discussion. His way of conceiving a definition is essentially different from ours; in fact, in the definitions Joseph Conti describes elements that are ‘existing in inclusion’. Joseph Conti affirms: ‘it is not a matter of the which of them being the cause of that of which’, putting before the very act of including (in the form of rigorous contradiction) that is, of constructing concepts of cause in itself, as if to create in our spirit those ototopic entities that are considered. It is indeed a matter of describing them appropriately, making ourselves accomplices, indeed active parts of the ototopic entities, so that they can be easily recognised in us and beyond us through a satisfactory nomenclature. These ototopic entities, that is, already exist: the definition has for Joseph Conti not only the sense of identifying them but of recognising them as our own limbs. Art as flesh and blood, breath and thought of the artist through the ototopic conception of the whole. That is why in the Elements of the ototopic experience we find at the beginning, in the first place, precisely that definition of point that modern accommodation, starting from other views, has renounced. The ototopic entities are those of our intuition, and are conceived as really existing outside of us but within the world that is us.’
The reference work > Joseph Conti
