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Manufatto 1996

    1996. Una delle copie della stele è stata modificata per esigenze operative attraverso un confezionamento con carta da pacchi sigillata da spago e munita di etichetta che riporta le condizioni d’uso:

    Condizioni per il possesso del manufatto

    Compito

    La stele costituisce una parte dell’opera che viene intesa completa, e quindi di proprietà, allorquando la funzione (azione) divulgativa (comunicativa), in spazi pubblici, sia resa operativa.
    Questa potrà essere svolta nell’area urbana, attraverso l’apposizione della stele, ad esempio, su un palo della luce, un semaforo dove meglio si riterrà opportuno scegliendo in base al contesto in cui si vorrà operare.
    La collocazione dovrà essere intesa a tempo indefinito, fino cioè all’asportazione totale dovuta a cause varie presenti nel contesto ed estranee alla propria volontà.

    Image

    Manufatto 1996

    Descrizione contenuto

    Un pannello in alluminio verniciato in bianco, su cui è applicato un inserto di carta plastificata sulla quale è stampata una sintesi del discorso della sig.ra Maria raccolto il 10/1/’96 a Piazza Cavour a Roma. Al pannello sono fissate tre coppie di catene in ottone, che unite dai tre lucchetti allegati svolgono la funzione di fissaggio.

    Io non so se tra le altre stravaganze che i nostri artisti cercano d’introdurre tra noi, possa esservi presto o tardi anche quella di passarci con iscambio artefatti per estetica purissima.

    Pombonio della Mistacola, 1724 [1]

    Da una nota dell’Adnkronos: Roma 12 set. – (Adnkronos) – “La lingua è un sistema in cui tutti i termini sono solidali e in cui il valore dell’uno non risulta che dalla presenza simultanea degli altri” è un progetto curato da Roberto Galeotti, Cesare Pietroiusti e Pietro Roccasecca, che inizia il 18 settembre a Roma.
    Parteciperanno, ciascuno con un’opera, sedici artisti di diverse generazioni, non accomunati da affinità poetiche o formali, bensì dall’aver dato la loro disponibilità ad essere parte attiva nella realizzazione del progetto.


    A partire dal momento dell’inaugurazione della mostra chiunque lo voglia può proporre uno scambio fra una delle opere esposte e qualsiasi cosa (oggetti, servizi o altro) ritenuta di equivalente valore. Per proporre uno scambio è necessario portare materialmente in galleria ciò che si offre. La mostra quindi si arricchirà di tutte le offerte e si concluderà con un appuntamento finale – il 4 ottobre – in cui ciascun artista partecipante deciderà se accettare uno degli scambi proposti per la sua opera. In tal caso lo scambio diverrà effettivo. Diversamente, le offerte saranno restituite. Trattandosi di un’indagine sull’attribuzione soggettiva di valore non verranno prese in considerazione offerte in denaro. Al progetto, che avrà luogo alla Temple University, parteciperanno Carla Accardi, Gianfranco Baruchello. Hannes Brunner, Bruna Esposito, Stefano Fontana, Pietro Fortuna, Jerelyn Hanrahn, Emilio Leofreddi, Fabio Mauri, Roberto Marinucci, Sandro Mele, Pino Modica, Teresa Montemaggiori, Lucia Romualdi, Giuseppe Salvatori, Alberto Zanazzo.
    Il 4 ottobre l’artista partecipante al quale è stato proposto ha deciso di non accettare lo scambio con la sua opera che consisteva in una batteria d’auto. Quindi, l’offerta è stata restituita.
    In questa progressione di eventi possiamo, a mio parere, evocare la distinzione tra i due diversi di metodi di indagine individuati da Saussure, la linguistica esterna e quella interna.
    La linguistica esterna può accumulare dettagli su dettagli senza sentirsi imprigionata nelle maglie d’un sistema. Per esempio, ogni autore raggrupperà come vuole i fatti relativi all’espansione di una lingua fuori del suo territorio … Con la linguistica interna tutto va diversamente. Essa non ammette una disposizione qualsiasi. La lingua è un sistema che conosce soltanto l’ordine che gli è proprio (Saussure CLG, ediz. it. p. 33).
    La linguistica interna può essere riconosciuta nell’insieme dei rapporti che definiscono la logica comportamentale e di relazione interni al progetto- mostra alla Temple University dove l’ordine riconosciuto è quello del peso e contrappeso di due valori equivalenti riconoscibili e certificati, valori che fanno riferimento ad ambiti condivisi quali ad esempio il mercato dell’arte e/o la letteratura della critica storico-artistica.
    La proposta prevedeva lo scambio attraverso una mancata equivalenza oggettiva e tentava di espandere la corrispondenza biunivoca di una relazione binaria, intendeva superare l’esigenza di un isomorfismo interno al sistema di riferimento (arte?). Quindi la linguistica esterna era di fatto peculiare alla proposta che intendeva intraprendere un percorso di esplorazione sospendendo se necessario per il tempo di un tentativo il determinismo inconscio ” senza sentirsi imprigionati nelle maglie d’un sistema” al quale dover necessariamente sempre dar conto. Nel caso del negato “baratto” si può affermare che è stata rispettata la conformità allo scopo.

    Il Do ut des latino dal significato letterale «io do affinché tu dia» è molto affine al senso della proposta aperta (rifiutata) che non il suo senso traslato «scambiamoci queste cose in maniera ben definita» più congruo all’intento della progetto- mostra. Possiamo domandarci come gli attori intendono l’azione dello scambio nel contesto del progetto-mostra e come possono condividerne il senso in una massima normativa (valore di mercato) che sancisca l’equivalenza degli oggetti a confronto. In quale misura la rappresentazione di un “senso valoriale” norma è simmetrica? E come questo senso incide sulla decisione di partecipare a questa inusuale “azione di baratto”? In che modo costituisce il motivo delle scelte tra gli attori nello scambio?
    Gli attori sono due e hanno valenza diversa.

    1) L’artista riconosciuto dalle istituzioni, dalla critica, dal mercato.
    2) Il soggetto definito come “chiunque lo voglia”, definizione aperta ma generica, mancante di riscontri sociali.
    Risulta evidente lo squilibrio, almeno calato nel contesto del mondo dell’arte, che viene ad assumere un supposto scambio alla pari. Rimaneva però un relativo possibile grado di libertà proprio dell'”artista” che in questo caso forse è mancato.
    1. “La lingua è un sistema di cui tutti i termini sono solidali ed in cui il valore dell’uno non risulta che dalla presenza simultanea degli altri” (Saussure Corso di linguistica generale, ediz. it. p. 139)


    Io non so se tra le altre stravaganze che i nostri artisti cercano d’introdurre tra noi, possa esservi presto o tardi anche quella di passarci con iscambio artefatti per estetica purissima.
    Ciò niuna meraviglia farebbemi: perciocché la vera e secreta-ragione per la quale essi amano di esimersi dalla osservanza delle sincere unità d’intenti, non è che quella troppo grave carico ch’essi impone; e questa ragione pur varrebbe per iscambiare i veraci accademici capolavori nella predetta nobile azione della dubitazione: infatti qual meno incerta sconoscenza che l’uomo possa fare, egli n’è più contento. 

    Pombonio della Mistacola, [p. 171] LETTERA SULLA RAGIONE DELLA VERA ARTE, XVII, 1724